
Questa la risposta di Mauro Palma, Presidente del Garante nazionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, nel corso della sua intervista per Il Riformista:
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«Contrariamente a quanto molti risponderebbero, e cioè il sovraffollamento, per me è la qualità del tempo che il detenuto trascorre in carcere. Non può essere un tempo solo sottratto, che si fa passare aspettando che finisca.
E non può essere un tempo diverso dalla vita
Pensiamo a un detenuto che entra in carcere e ci resta anni durante i quali fuori accadono delle cose e c’è progresso tecnologico: se questo detenuto non è aggiornato, come troverà lavoro una volta fuori?
Inoltre, ogni volta che vado in carcere vedo detenuti impegnati in lavoretti come se non vivessero una vita adulta
Il tempo in carcere è un tempo doloroso ma deve anche essere un tempo di vita, di vita reale. Il primo problema quindi è la qualità del tempo, più che la quantità».
Presidente del Garante nazionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale
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Leggi l’intero articolo di V. Lanza, Virus e carceri, l’allarme del garante Mauro Palma: “Misure giuste ma scarse”, in Il Riformista, 30 Ottobre 2020